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Article Dans Une Revue Terzo Millennio Année : 2011

Espaces de l'hospitalité dans les Nouvelles romaines d'Alberto Moravia

Spazi dell'ospitalità nei racconti romani di Alberto Moravia

Résumé

Gli spazi dell'ospitalità nei Racconti romani di Alberto Moravia 1 I Racconti romani di Alberto Moravia constano di due raccolte, pubblicate rispettivamente nel 1954 sotto il titolo omonimo e nel 1959 sotto il titolo I nuovi racconti romani. Apparsi a puntate sulla terza pagina de Il corriere della sera, nel solco della tradizione dell'elzeviro, particolarmente in auge all'epoca della prosa d'arte, destarono pareri contrastanti tra la critica non concorde per stabilire se Moravia dovesse proprio collocarsi entro la corrente neorealistica. Fatto sta che assieme a La romana (1947) e a La ciociara, i Racconti romani rappresentavano, a detta dello stesso autore, il trittico del "mito nazionalpopolare", senonché il dileguarsi delle speranze dell'Italia resistenziale rintuzzava ormai la credenza in un riscatto sociale e politico. Giuliano Manacorda, del resto, ritenne che Moravia avesse dato uno squarcio assai personale della Roma postbellica, nel momento in cui veniva confrontata ad ingenti sconvolgimenti antropologici. Moravia avrebbe quindi insistito soverchiamente sugli individui amorfi pungolati dalla ricerca affannosa del lucro, prostrati da ruoli squallidi in cui le deformità fisiche vanno di pari passo con tendenze psicopatologiche. 2 Magari i Racconti romani possono essere interpretati traendo spunto da un simile canone, ma ribadendo che vi troviamo comunque il leitmotiv dell'opera omnia moraviana, vale a dire l'incomunicabilità tra gli uomini, l'alienazione insita nella società capitalista soggiacente a una meccanizzazione dilagante e democratica solo in apparenza. Affascinato dall'acume di Freud e Marx e memore dell'illuminismo manzoniano, Moravia ha sfatato la famiglia e la società che trasformano in dogmi il potere e l'interesse economico. Per quanto il personaggio moraviano rispecchi la condizione spesso precaria ed indigente del secondo dopoguerra, attraverso la figura dell'operaio, del piccolo commerciante, del venditore ambulante o del ladruncolo, assurge a simbolo dalla valenza universale, perché metaforizza l'essere umano in balia della derelizione, incapace di mantenere una relazione con altrui che non sfoci su un'aporia. Jean-Igor Ghidina, "Gli spazi dell'ospitalità nei Racconti romani di Alberto Moravia"
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Citer

Jean-Igor Ghidina. Spazi dell'ospitalità nei racconti romani di Alberto Moravia. Terzo Millennio, 2011. ⟨hal-02408216⟩
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